La leggenda del castello di Roccascalegna e la preromana Gessopalena (CH)

La leggenda del castello di Roccascalegna e la preromana Gessopalena (CH)

 

Roccascalegna

Roccascalegna è un delizioso borgo di origine medievale situato nel cuore dell’Abruzzo, in provincia di Chieti. Il suo nome pare derivi da “Rocca con la scala di legno” una scala a pioli con la quale si poteva raggiungere il castello.

A dominare il borgo, posto su uno sperone di roccia, vi è uno dei castelli più poderosi e affascinanti d’Abruzzo, costruito nel Medioevo, nel XI-XII secolo. Sull’imponente ammasso rocciososi erge con maestosità la Torre d’avvistamento di origine longobarda.

Il castello è legato a una leggenda, detta della “mano di sangue”, che vede come protagonista uno dei signori succeduti nel tempo, Annibale Corvo, detto Corvo de Corvis. Si narra che costui avesse tentato di reintrodurre lo “jus primae noctis” e che fosse stato pugnalato da un marito travestito da sposa, o secondo un’altra versione da una delle donne, e poi buttato giù dalla rupe. Prima di cadere il barone avrebbe lasciato l’impronta della propria mano insanguinata su una roccia, da cui non sarebbe stato più possibile cancellarla.

 

Gessopalena

Gessopalena è un paesino della valle dell’Aventino nella provincia di Chieti.

La parte più antica, quella disabitata interamente scavata nel gesso, ha un’origine medievale e si colloca su uno sperone gessoso che domina l’intera vallata.

Il suo nome deriva proprio dal fatto che la sua principale attività era l’estrazione mineraria del gesso.

Nelle campagne che circondano l’abitato emerge un affioramento calcareo chiamato La Morgia, che raggiunge gli 827 metri, dove è possibile ammirare un’importante scultura dell’artista greco Costas Varotsos.

I romani la chiamavano Terrae Gypsi, nel medioevo divenne Gisso de domo e ancora Gesso per poi diventare, successivamente, Gesso Prope Palenam (Gesso vicino Palena).

La storia di Gessopalena inizia già nell’età preromana e ciò lo sappiamo grazie al ritrovamento di numerosi reperti e mura che indicano la presenza passata di numerosi insediamenti in zona.

In età più moderna, non essendo più necessario rifugiarsi sugli speroni rocciosi per difendersi, il paese ha iniziato a svilupparsi anche verso valle.

La seconda guerra mondiale condannò Gessopalena, poiché fu rasa praticamente al suolo e qui si consumò uno dei più atroci eccidi nazisti in una zona già liberata:

il 21 gennaio del 1944 i nazisti bruciarono vive oltre 40 persone, ciò accadde nella zona della contrada Sant’Agata; le persone arse vive erano solo donne e bambini. Da quest’atto di feroce barbarie si formò la Brigata Maiella, uno dei primi movimenti partigiani del luogo.

A riconoscimento del coraggio e della dignità che i gessani dimostrarono in quei giorni terribili, quando in mezzo a continui rischi e pericoli sopportarono ogni sorta di avversità e compirono innumerevoli atti di solidarietà (anche verso i profughi di altra provenienza), il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, il 16 settembre 2005, conferiva la Medaglia d’Oro al Merito Civile al Comune di Gessopalena.

Camminare tra le rovine di questi borghi, sul suolo calpestato dalla Storia, ti fa sentire parte di un universo parallelo, di un passato che ancora vive in ognuno di noi.