“Adriatico” è un viaggio affascinante tra il Sud Italia e i Balcani alla scoperta delle comunità slave e albanesi insediatesi nel territorio molisano, già dal XV secolo, a seguito dell’invasione ottomana della Penisola Balcanica.
L’opera, dal carattere documentaristico, ma anche onirico e narrativo, presenta due capitoli principali: il primo dedicato agli italo-albanesi, il secondo agli italo-croati. L’epilogo esalta la contaminazione culturale quale elemento essenziale di quel processo evolutivo, inevitabile, che da sempre caratterizza la storia dell’uomo. L’esodo non priva il popolo della sua identità, al contrario, essa ne è rafforzata e reintegrata nel territorio in cui vive, diventandone parte costitutiva.
LA REGISTA: CRISTIANA LUCIA GRILLI
Direttore artistico dello studio di produzione Creative Motion e documentarista.
“Adriatico” è un viaggio affascinante tra il Sud Italia e i Balcani alla scoperta delle comunità slave e albanesi insediatesi nel territorio molisano, già dal XV secolo, a seguito dell’invasione ottomana della Penisola Balcanica.
“Adriatico” è nato da un sentimento profondo di autocoscienza della mia storia personale che affonda le radici in una dimensione ancestrale che non ha confini di tempo, spazio e neppure fisici.
Da parte materna appartengo alla comunità arbëreshë molisana, discendente degli albanesi venuti aldiquà del mare centinaia e centinaia di anni fa, mentre da parte paterna, nella persona di mia nonna, ho ereditato le radici greche.
I Balcani hanno sempre fatto parte della mia esistenza e ne ho sempre subìto il fascino e il magnetismo ancor prima che ne avessi coscienza.
“Adriatico” però non è un’autobiografia anche se nasce da un sentimento personale.
Il documentario racchiude, infatti, tutto un mondo, esclusivo e al contempo forte, che narra con assoluta fedeltà la storia di popoli che hanno saputo ricostruire la loro vita, ricominciando proprio da loro stessi come risorsa inesauribile davanti alla caducità della vita e alla fragilità dei confini.
“Adriatico” è anche la consapevolezza del proprio patrimonio culturale come molisana e dell’urgente necessità di raccontare una realtà, che ancora per il momento fa parte della subcultura della nostra Nazione, ma che a causa del fenomeno sempre più incalzante e schiacciante della globalizzazione, rischia di essere inghiottita nei meandri delle pagine di Storia.
Documentare, pertanto, è un dovere culturale, morale ed etico, affinché le radici che generano in noi il senso di appartenenza siano trasmesse ai posteri con assoluta fedeltà, chiarezza e integrità, nella speranza che questi ultimi ne sappiano raccogliere i frutti e compiere, auspicabilmente, il passo successivo.
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RICONOSCIMENTI
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PROIEZIONI
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NOTE DI PRODUZIONE
L’inizio delle riprese per il documentario Adriatico risale a Maggio 2018.
Partimmo dai luoghi del Molise dove sono stanziate ormai da secoli queste comunità, dai paesaggi, dalla natura incontaminata che ci circondava e che accompagnava passo dopo passo la nostra ricerca.
Durante l’estate, la nostra indagine ci ha portato oltremare, in Croazia e in Bosnia Herzegovina e in particolare nella zona della catena montuosa del Biokovo e del fiume Narenta, luoghi di provenienza degli slavi molisani.
Il viaggio successivo è stato quello in Albania, dove abbiamo ripercorso le tracce degli Arbëreshë molisani e della gloriosa storia del condottiero Skanderbeg nei borghi di Berat e Kruja.
L’ultimo viaggio è stato a Ginevra, dove abbiamo incontrato il musicista bosniaco di fama mondiale Goran Bregović poco prima di un suo concerto. La sua testimonianza era per noi indispensabile perché lui incarna alla perfezione il concetto di contaminazione etnico-culturale che ha interessato i nostri paesi, frutto di una mescolanza italo-balcanica che ha saputo conservare la sua identità sino ai nostri giorni.
Fondamentali, inoltre, sono state le interviste con il professor Francesco Storti, storico e ricercatore dell’Università Federico II di Napoli, il linguista e docente universitario Giovanni Agresti, la ricercatrice Maria Luisa Pignoli dell’Université Côté d’Azur (Francia), il Professore di lettere e custode della memoria delle comunità croate del Molise Giovanni Piccoli e il linguista slavista Walter Breu docente presso l’University di Konstanz (Germania).
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Una produzione Creative Motion
Regia, Soggetto e Sceneggiatura Cristiana Lucia Grilli
Direttore della fotografia Francesco Toscani
Assistente alla regia Francesco Toscani
Montaggio Francesco Toscani Cristiana Lucia Grilli
Con la partecipazione straordinaria di Goran Bregović
Con il patrocinio di
Turismo è Cultura, Regione Molise
Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli
Cinema e Diritti – Salerno
I Comuni Arbëreshë e Croati del Molise
Colonna sonora
Max Fuschetto
Nuova Compagnia di Canto Popolare
Silvana Licursi
Alberi Sonori
Kroatarantata
Elektriteri